IN OSPEDALE L’ARRIVO DELLE BEFANE CON SCOPE E CALZE

Stanotte i volontari dell’Associazione Gianmarco De Maria porteranno doni e un sorriso ai piccoli ricoverati

Autore: Domenico Marino

Il ritorno delle befane. Stanotte le simpatiche vecchiette amiche dell’Associazione Gianmarco De Maria, a cavallo delle loro inseparabili scope, si rivedranno nei reparti del dipartimento materno-infantile dell’Annunziata: Pediatria e Chirurgia pediatrica, Neonatologia e Ostetricia. Saranno in quindici, tutte cariche di calze colme di dolcetti e altre leccornie amate dai più piccoli. Tutto è stato preparato con cura e passione nei giorni scorsi nella sede della storica sigla del terzo settore cittadino che offre assistenza e aiuto alle famiglie dei piccoli malati oncologici ricoverati nel nosocomio cittadino. O anche altrove, perché considerata l’imponente emigrazione sanitaria, sono tanti i bambini ricoverati o comunque curati in altre città (ce ne sono in tutti gli ospedali d’Italia, soprattutto al “Bambin Gesù” di Roma), quindi c’è bisogno di aiuto ovunque. E la “De Maria” non si tira indietro.

Il compleanno

La visita delle befane stanotte nei reparti avverrà esattamente un anno dopo il ritorno ufficiale della “De Maria” nell’ospedale civile cittadino dopo il lungo e forzato stop imposto dalla pandemia. Un’assenza, questa come delle altre sigle impegnate nelle corsie dell’Annunziata, sofferta tanto dai volontari quanto dai pazienti, a cominciare dai più piccoli che grazie all’impegno delle associazioni riescono a trovare un sorriso altrimenti piegato dalle difficoltà di salute.

I dubbi che restano

Il direttore dell’associazione, Franco De Maria, sottolinea che non è cambiato nulla dalla sua denuncia dei mesi passati relativamente al triste destino del reparto di Oncologia Pediatrica all’Annunziata. Almeno cento bambini negli ultimi cinque anni sono stati costretti a fare la valigia assieme ai genitori per andare fuori a curarsi poiché in Calabria l’Oncoematologia pediatrica, pur potendo contare su strutture importanti come quella di Catanzaro, è sofferente da tempo, con conseguenze per i piccoli pazienti e le loro famiglie, costrette alle difficoltà dell’emigrazione sanitaria oltre alla sofferenza della malattia. Con conseguenze anche economiche per i costi di spostamenti e residenza lontano da casa.

Tra l’altro Franco De Maria aggiunge che del caso Cosenza, e in generale della Calabria, si sta occupando ad altri livelli anche la Federazione Italiana Associazioni Genitori e Guariti Oncoematologia Pediatrica (Fiagop), pure per accendere i riflettori su una problematica che pur ferendo molti cittadini, sembra essere in secondo piano nell’agenda dei palazzi.

Fonte: Gazzetta del Sud

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